martedì 30 novembre 2010

Avvio di windows

E' arrivata la Lavagna Interattiva Multimediale alla mia scuola. Ovviamente... tutta windows, con sul desktop link a 'scarica qui office in prova per 60 giorni', ecc.
Faccio del mio meglio per ripulire il computer prima di presentarlo ai bambini (visto che sono un insegnante e la mia finalità è quella di educare non quella di far pubblicità).
Installo una serie di software liberi (non solo gratis ma liberi :) ) e faccio lavorare i bambini con quelli. Nel frattempo mi attivo per installare direttamente linux e software esclusivamente libero.
Metto sul desktop cose non pubblicitarie, personalizzo un po' di cose ma la cosa che non riesco a fare è togliere la schermata di avvio di windows.
In genere accendo il computer quando i bambini non ci sono ma mi e' successo di accenderlo con loro presenti.
All'avvio di windows, appena il marchio colorato si è fatto vedere, c'è stata un'acclamazione generale: 'windows! Ce l'ho anche io a casa! Ce l'ha anche il mio babbo! C'è anche sul mio computer! Maestra, ma la lavagna allora è un computer!'.
Insomma, i bambini associano windows al computer e noi insegnanti, inconsapevoli solo perché non ci sforziamo di pensare, facciamo pubblicità ad una multinazionale anche solo accendendo un computer in classe.
Non e' educazione questa. Non è informatica, è addestramento cieco.
D'ora in poi accenderò la macchina a proiettore spento ma cerco qualcuno che mi aiuti a modificare la schermata di avvio. Si può fare?

sabato 28 agosto 2010

La rana e Francesco :)

Eravamo in Francia in un campeggio di montagna.
Ho insegnato a Francesco a fare, con l'origami, la rana che salta.
Tornato a casa Francesco, che nel frattempo è diventato un provetto costruttore di rane, ha pensato bene di condividere con il mondo intero questa sua competenza e ha registrato le istruzioni più chiare e simpatiche che si possano trovare su internet.

Trovo fenomenale sia l'idea si fare un video per condividerlo, sia le spiegazioni precise, sia alcune frasi che sono assolutamente 'da Francesco' (dovreste conoscerlo tutti...):
* 'se siete più veloci di me... lo fate... e aspettate, ché io sono lento':
* 'il motto di questa ranocchia, che vi sto facendo vedere, è: più preciso possibile meglio è'
* 'È finita. Se l'avete fatta, regalatevi qualcosa da parte mia!'




Grazie Francy, davvero un bel regalo :)

mercoledì 25 agosto 2010

Incontro nazionale Emergency a Firenze


Bella iniziativa, ricca di incontri interessanti e di belle serate.

Io ci vado :D

giovedì 29 luglio 2010

Lashkar-gah riparte!

Una bella notizia.
Emergency riapre l'ospedale di Lashkar-gah alle condizioni di rispetto dell'ospedale, di non violenza e di equità che contraddistinguono il suo mandato e che mi fanno essere una sostenitrice certa.

sabato 24 luglio 2010

CARA MAESTRA

Cara maestra,
un giorno m'insegnavi
che a questo mondo noi
noi siamo tutti uguali.
Ma quando entrava in classe il direttore
tu ci facevi alzare tutti in piedi,
e quando entrava in classe il bidello
ci permettevi di restar seduti.
[...]

Luigi Tenco


Riflettevo, qualche giorno fa, con una ragazza di 15 anni (grazie Eva), su come (spesso in modo involontario e/o inconsapevole) insegniamo a scuola a mantenere gerarchie precostituite, attribuendo privilegi e gradi di rispetto in base al ruolo che una persona svolge nell'ambiente di lavoro.
Questo porta a valutare le persone, alla fin fine, in base a quanto prendono di stipendio.
Questo porta a considerare che il mestiere di bidello sia meno 'importante' di quello di maestra, di professoressa, di dirigente scolastico. Si', proprio in questo ordine, che non e' casuale.
Porta a far sembrare corretto, ovvio, anche giusto, che tale differenza si debba ribadire quotidianamente, differenziando il modo di salutare le persone.
Ma perché? Cosa vogliamo insegnare con questo ai nostri alunni? Che idea passiamo?

Io facevo la libera professionista, guadagnavo bene, sono laureata, ho un dottorato di ricerca. Mi chiedono spesso perché, arrivata ai quarant'anni, mi sia messa a fare... la 'maestrina'.

Come se la mia persona fosse cambiata, insieme al mio ruolo nella società, come se avessi fatto un passo indietro, mi fossi relegata in un lavoro da poco, di scarso interesse, di scarso rilievo.

E intanto quasi cento famiglie (alla faccia del 'maestro unico'... ho 4 classi!) mi delegano quotidianamente nell'educazione dei loro figli.
E delegano i 'bidelli' (o 'custodi', come mi piace di più chiamarli), che sono i miei colleghi quotidiani, ad accudire i bambini, a prendersi cura di loro, dei loro momenti di sconforto, della loro voglia di coccole e di rassicurazione.

domenica 9 maggio 2010

venerdì 16 aprile 2010

venerdì 19 marzo 2010

Acqua pubblica

E' un argomento che mi sta molto a cuore ma di cui non mi sono mai occupata quanto avrei voluto e dovuto.
Scopro ora, con molto ritardo, che le varie associazioni che si occupavano dell'argomento, si sono organizzate in un comitato promotore molto ampio e che esiste già una proposta di legge popolare.
La proposta di legge mi sembra decisamente condivisibile.
Sono contenta. Lo scoprire che ci sono ancora persone che si muovono per migliorare il mondo, nel nostro paese, mi fa spuntare un sorriso.

Spero che questo sorriso sia contagioso ;)

Per info: www.acquabenecomune.org

mercoledì 17 febbraio 2010

Pace :(

Non riesco ad aggiungere altro, il comunicato di Emergency parla da se':
Nobel per la Pace e criminali di guerra

sabato 6 febbraio 2010

Primo marzo 2010

"Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno?
E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?


Primo marzo 2010 si propone di organizzare una grande manifestazione non violenta per far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società."

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Mi sembra un'ottima iniziativa. Aderisco volentieri e invito tutti i miei amici a visitare il sito e unirsi a chi non ha più voglia di stare in silenzio e nascosto, mentre i diritti umani vengono calpestati e il nostro Stato va a rotoli.

Vado a cercarmi un braccialetto/nastro giallo, che, coincidenza simpatica, era anche il simbolo della (non ancora superata) manifestazione permanente contro la distruzione della Scuola Pubblica.

Devolverò inoltre il ricavato della mia giornata lavorativa del 1° marzo ad Emergency (vedi qui).

venerdì 15 gennaio 2010

Discriminazione inconsapevole? Comunque discriminazione da fermare.

(inviata, con richiesta di pubblicazione, sul mensile della UNICOOP FIRENZE)

Buonasera,
vi scrivo riguardo ad un 'dialogo' che ho sentito facendo la spesa alla nuova COOP di Pontedera (è successo lì ma, sono certa, potrebbe succedere, e succede, un po' ovunque).
Stavo facendo la spesa nel reparto verdure e una signora ha chiesto ad un vostro addetto se stesse portando altri finocchi (stava sopraggiungendo con delle cassette di verdura fresca).
La risposta è stata circa questa: 'Sì, sì di finocchi ce ne sono ancora, quelli non mancano mai!'. Un uomo che stava facendo la spesa, accanto a me, ha aggiunto: 'Ce ne son sempre tanti di finocchi nel mondo' e si è aggregato alla risata del vostro (o meglio dovrei dire nostro, essendo socia) addetto.
Le parole, per quanto tra virgolette, probabilmente non sono esatte; non le ricordo in modo preciso. Ricordo però il senso del discorso e quello non era assolutamente fraintendibile.
Capisco che si tratti di una battuta apparentemente innocua e ingenua. Una battuta a cui siamo abituati da sempre. Però avrei preferito una volgarità qualsivoglia. In quel caso avrei solo pensato che l'addetto fosse poco educato, cosa che comunque avrebbe riguardato principalmente lui e la signora a cui stava rispondendo.
In questo caso invece la sua battuta riguardava chiunque fosse presente. In particolare chiunque, lì presente, fosse omosessuale oppure amico/parente/vicino/legato da affetto a qualche persona omosessuale.
Io insegno a scuola e conosco tanti bambini, alcuni di loro (statisticamente) scopriranno di essere omosessuali. Mi sono chiesta in quel momento, come si sarebbe potuto sentire al posto mio (che gia' ero fortemente infastidita) un adolescente che si stesse interrogando sulla propria sessualità (lo abbiamo fatto tutti, omosessuali ed eterosessuali). Mi sono chiesta come si sarebbe potuto sentire un genitore di un ragazzo omosessuale.
Mi sono vergognata e ho pensato di rispondere ai due uomini. Ma, lo confesso, mi sarebbe venuta fuori una risposta sgarbata e non equilibrata, lì per lì. Ho preferito lasciar perdere e riservarmi di scrivere queste righe, che spero possano avere più eco di una mia risposta immediata.
So che siamo tutti abituati a fare battute, e spesso non ci rendiamo conto di quanto, quelle discriminatorie, siano alla base delle discriminazioni vere e proprie. Sembrano solo battute, ma sono le vere basi per le discriminazioni che tante persone incontrano poi nella vita quotidiana.
Per questo vi prego di estendere a tutti i vostri (nostri) addetti la richiesta esplicita e chiara di evitare qualsiasi battuta discriminatoria su base sessuale, etnica, religiosa, culturale o altro, almeno durante il proprio orario di servizio. Questo tenendo conto che lavorano in una cooperativa che ha sempre dato al rispetto dei diritti umani un ruolo centrale.
Cordiali saluti e grazie da parte di tutti quelli che condividono il mio disagio.

Emilia Venturato

Di seguito la risposta che ho ricevuto e che condivido :)
Informatore coopfirenze.it ha scritto:
 
Gentile signora,
Il dialogo che lei ha sentito avrebbe dato fastidio anche a noi ed è comunque "stonato" rispetto ai principi prevalenti in cooperativa e fra i nostri soci. Detto questo non siamo soldati e non è che possiamo imporre una disciplina di ferro e impedire una battuta fatta, ne siamo sicuri, per ridere e non per convinzione. Dentro la "divisa" ci sono gli uomini e le donne, con la loro educazione o maleducazione, con la loro sensibilità o superficialità, e ciascuno si deve prendere la responsabilità di ciò che fa e dice. Noi abbiamo due strade per affrontare questi problemi:
- cercare di convincere le persone ad una maggiore attenzione per ciò che fanno o dicono, con le sole armi del buon senso e dell'educazione;
- usare gli strumenti disciplinari che ci consente il contratto di lavoro, che vanno contrattate con le rappresentanze sindacali dei lavoratori.
Per un episodio come quella da lei descritto ci sembra che l'unica strada sia la prima e la ringraziamo di averci scritto, perché facendo conoscere il suo disagio ai lavoratori di quel supermercato, siamo sicuri che ci sarà in futuro una maggiore attenzione e sensibilità, per convinzione ed educazione verso tutti gli altri e non per "disciplina".
Cordiali saluti

Ufficio Comunicazione Unicoop Firenze